Fermati un secondo e pensa: hai mai fatto caso all’indistinguibile profumo respirato all’ingresso di un negozio? Non si riesce a superare la soglia d’ingresso del locale che già ci si sente penetrati da quel fortissimo aroma. Bene, ti sei trovato davanti alle tecniche di marketing sensoriale.
Odori, sapori, immagini sono solo alcuni degli elementi sui quali basarle e attraverso cui legare il proprio brand ad una vera e propria esperienza.
Avrete inoltre sicuramente fatto caso che nei negozi facenti parte di grandi catene, l’odore sarà il medesimo in ognuno dei suoi punti vendita: questo per trasmettere un’immagine unitaria del brand con i suoi clienti, creare un’esperienza unica e riconoscibile oltre che, senza dubbio, influenzare le scelte d’acquisto dei consumatori finali.
Ma oltre all’aspetto olfattivo, ci sono altri modi per creare un’identità indistinguibile? Assolutamente si, è solo una questione di sound.
Sound branding: il suono che unisce
Il suono o il jingle è un importante elemento di marketing per definire e veicolare l’identità della marca e creare una comunicazione efficace. La sua presenza valorizza l’esperienza del prodotto o servizio aumentandone l’utilità e la connessione emozionale con il brand.
D’altronde il suono non dice o mostra, ma evoca e costituisce la leva che contraddistingue il momento d’incontro tra l’utente e il brand. Un determinato suono richiamerà il brand alla mente di chi vi è esposto; un po’ come quando lui e lei si incontrano e c’è quella canzone – la “loro canzone” – che canticchieranno senza mai dimenticarsene.
Dopo questa similitudine pensare di poter sintetizzare un brand in un suono di pochi secondi è chiaramente una sfida non da poco. Tuttavia, proprio per questo è importante sottolineare che nella maggiore parte dei casi un sound logo è frutto di estesi studi che coinvolgono neuroscienziati. Nella costruzione del Sound Branding bisogna considerare i meccanismi neuro-funzionali poiché il comportamento d’acquisto di ciascun consumatore è profondamente dettato da aspetti emotivi, motivazionali e sensoriali.
Esempi di successo
Uno dei principali casi di successo per quanto riguarda il marketing esperienziale è senza dubbio Ikea, il celebre colosso svedese dell’arredamento. La sua strategia vincente si basa sull’impatto esperienziale vissuto dall’utente negli store: creando delle vere e proprie ambientazioni domestiche, il cliente è in grando di tuffarsi in pochi attimi a 360° nella stanza che vorrebbe realizzare a casa sua. La necessità di montare gli oggetti autonomamente genera inoltre un grande senso di soddisfazione personale, migliorando ulteriormente l’esperienza di acquisto.
Impossibile non nominarla: dalla sua attenzione ossessiva per i prodotti e per i packaging, agli indimenticabili suoni dei devices che commercializza, fino al design e all’ambiente degli Apple store. Una strategiacosì minuziosamente attenta ai sensi, da rendere la sua brand identity pressoché imbattibile.
Conclusione
Per concludere questo viaggio, possiamo dire che ricorrere al marketing sensoriale è ciò che può fare la differenza nella battaglia per la conquista del cuore del consumatore.
Bisogna creare una narrazione efficace ed emozionale che tocchi i tasti giusti nella mente dei clienti, sempre più attratti dalle esperienze che possono provare attraverso l’acquisto dei prodotti.
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