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ClubHouse, l’hype dietro al successo della piattaforma

ClubHouse, l’hype dietro al successo della piattaforma

Negli ultimi giorni in Italia sta spopolando la nuova piattaforma virtuale di social community; il suo nome è Clubhouse ed è un vero e proprio successo.

Clubhouse è il nuovo social nato da un’idea di Paul Davison e Rohan Seth a cui gli utenti partecipano attraverso contenuti vocali e solo ed esclusivamente dopo aver ricevuto l’invito di partecipazione per aggregarsi alla community.

Le due caratteristiche principali della nuova piattaforma sono senza ombra di dubbio due:

  • Esclusività;
  • Meritocrazia.

La possibilità di partecipare solo mediante invito crea nell’utente attesa spasmodica, desiderio, fibrillazione: quello che nel marketing è generalmente chiamato “strategia di hype”. Non permettere a chiunque di ottenere qualcosa rendendola parzialmente inaccessibile favorisce la crescita di valore della stessa e, parallelamente, il desiderio di ciascuno di acquistarla.

L’altro fattore alla base del successo di Clubhouse è la meritocrazia; non importa avere tanti o pochi follower, con l’invito chiunque può entrare a far parte della community.

All’interno della piattaforma la diffusione dei contenuti si struttura mediante delle “Rooms“, vere e proprie stanze virtuali a tema in cui, attraverso messaggi vocali, è possibile discutere relativamente ad argomenti ben specifici. Sono già diversi i professionisti che sono riusciti a sfruttare la presenza all’interno del social in maniera professionale, creando stanze tematiche in cui vendere il proprio brand e accrescere l’awareness.

In conclusione, seppure risulta prematuro generare previsioni di medio-lungo termine (soprattutto a causa delle condizioni contestuali del presente), ciò che è possibile affermare con certezza è il successo della fase iniziale di lancio legata all’hype; una strategia di marketing efficace per creare attesa e valore intorno ad un particolare brand, prodotto o servizio.

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