Brand identity – In questi giorni un tema sta tenendo banco sia tra tifosi ed appassionati di calcio, che tra utenti del web e social: il nuovo logo dell’Inter.
La squadra nerazzurra ha infatti presentato il nuovo simbolo, suscitando un dibattito acceso, tra chi lo ama e chi lo odia. In questo articolo non entreremo nel merito di questa spinosa diatriba, ma rifletteremo ancora una volta, qualora se ne avvertisse il bisogno, sull’importanza che un logo ha.
Non si tratta solo un’idea grafica, ma un logo è un simbolo che determina il volto, e per certi versi l’anima, di un brand. È il punto di partenza e di arrivo di ogni attività, la presenta al primo incontro, la rende riconoscibile successivamente. Un logo viene definito d’impatto quando riesce ad essere immediatamente riconoscibile, riproducibile, facilmente memorizzabile ed in grado di rappresentare la personalità e l’identità aziendale.
Il logo è un tassello imprescindibile per qualunque progetto e per qualsiasi strategia di marketing. Però molto spesso c’è molta confusione sull’argomento e le persone tendono a confondere, o sovrapporre, la logo identity con la brand identity: quest’ultima, chiamata anche immagine coordinata, corporate image, visual identity e in molte altre maniere, altro non è che un insieme di elementi grafici progettati in maniera coordinata per presentare l’immagine di un brand. Il logo ne fa parte ed anzi è l’elemento di maggior rilievo.
La platea deve abituarsi ad esso e per certi versi affezionarcisi, ma, come abbiamo visto all’inizio, non è una materia granitica, ma può essere rivisitato nel corso del tempo . Sia nel caso della progettazione ex novo, che nel caso di un’opera di restyling, si parte da due domanda: cosa devo rappresentare? Cosa devo suscitare? In base alle risposte che ci daremo, potremo proseguire nella scelta dei colori, del font dell’immagine e di tutto il resto.
Di solito queste cose le fanno i grafici professionisti, ma spesso ci chiedono: <<posso realizzarlo da solo? Magari con Paint?>>. In questo caso rispondiamo con una sottile metafora: se fori puoi sostituire la ruota da sola certo, ma se vai da un gommista è meglio.
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